Di grotta in grotta

Roma, 20 dicembre 2017

C’è una lunga tradizione legata al presepe, che dalla francescana Greccio arriva ai Borbone e oltre, nelle botteghe di via San Gregorio Armeno a Napoli.

La rappresentazione della grotta con il bue e l’asinello, gli angeli e i pastori, riempiva un tempo ogni singola casa di Roma e trovava poi all’esterno, nelle piazze e nelle chiese, gli esempi più monumentali e fantastici.

Oggi è cambiato molto di quella tradizione, ma non si rinuncia al fascino di un bel presepe napoletano o romano, soprattutto se realizzato ancora con le tecniche dei mastri artigiani d’un tempo.

Così, passeggiando per Roma, è facile imbattersi in queste spettacolari scenografie di cartapesta; qualcuna più bella delle altre, ma tutte meritevoli di attenzione e di una sosta meditativa.

Forse la più famosa è quella nei pressi della chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano, nell’area centrale dei Fori: un presepe monumentale realizzato secondo la tradizione napoletana del Settecento. Si entra in una stanza piuttosto ampia e buia, rischiarata appunto dalle luci del presepe che, quindi, risalta ancora di più e avvolge il visitatore in un’atmosfera sospesa e rarefatta. Ogni personaggio è intento al suo lavoro: artigiani nella bottega, panettieri presso il forno, contadine nell’aia, e così via.

Al centro, in un anfratto roccioso tra rovine di colonne antiche, la sacra Famiglia e il popolo dei fedeli che accorrono per vedere il Bambino. Ci sono i pastori e, naturalmente, anche i re Magi con i loro doni.

Ed è una gioia riscoprirsi fanciulli, con lo stesso stupore di un tempo, nell’osservare i dettagli e i particolari realizzati con cura e con amore.