L'architettura e le decorazioni

Palazzo Braschi forma un isolato a pianta trapezoidale in cui il lato più lungo termina con due spigoli smussati a fare da testata verso piazza Pasquino e piazza Navona, mentre il lato più breve si affaccia su piazza San Pantaleo, dove sorge l'omonima chiesa con facciata neoclassica eretta nel 1806 da Giuseppe Valadier. Due ingressi monumentali, sormontati da una balconata, si aprono su piazza San Pantaleo e su via San Pantaleo; portoni ad arco si aprono sugli altri due lati dell'edificio, su via della Cuccagna e su piazza Navona.

Veduta dell'atrio

Nell'architettura di Palazzo Braschi, regolare e severa, Cosimo Morelli si rifà non tanto a esempi classici, come voleva la cultura del momento, ma a modelli cinquecenteschi: da qui il contrasto del mattone e del travertino, l'alto bugnato alla base e agli angoli della costruzione, la fila delle finestre dei due piani nobili (il primo con timpani curvilinei e il secondo triangolari), le fasce di travertino che dividono i piani. Il cornicione sottotetto è riccamente decorato da metope con le stelle e i gigli dello stemma Braschi, mentre le finestre del piano terra sono sormontate da teste di leone con una pigna in bocca, elementi araldici della famiglia Onesti. Gli ingressi principali sono decorati con l'immagine di Borea che soffia su un giglio che si piega, elemento araldico della famiglia Braschi nel cui stemma figurano anche tre stelle.

Il cortile, a forma rettangolare e con angoli smussati, è rivestito di bugnato, con una architettura simile a quella esterna e presenta quattro grandi portali disposti a croce in corrispondenza con quelli esterni. Il terzo e il quarto piano sono rientranti rispetto ai primi due in modo da formare un'ampia terrazza che gira intorno al cortile.

L'atrio immette nello scenografico scalone monumentale, progettato da Cosimo Morelli, alla cui realizzazione collaborò probabilmente il Valadier. E' costituito da due rampe con 18 colonne di granito rosso - provenienti da un chiostro dell'Ospedale di S.Spirito e tratte originariamente da un portico fatto costruire da Caligola sulle rive del Tevere - con capitelli ionici su cui spiccano i simboli araldici dei Braschi e degli Onesti. Lo scalone ospita statue antiche ed è decorato con raffinati rilievi in stucco, opera di Luigi Acquisti (1745-1823), ispirati al mito di Achille e all'Iliade.

Le decorazioni dei tre appartamenti nobili, distribuiti su tre piani, fu realizzata in gran parte da Liborio Coccetti (Foligno 1739 - Roma 1816) tra gli ultimi anni del '700 e il primo decennio dell'800. Le prime tempere realizzate dal pittore folignate furono quelle sulle volte in legno cassettonato e su alcune pareti degli ambienti del terzo piano: qui prevalgono motivi a grottesca e paesaggi che rispecchiano il gusto figurativo dell'ultimo quarto del '700. Particolarmente interessanti sono le pitture della stanza ovale sull'angolo di piazza Pasquino con vedute di Nemi, feudo dei Braschi, e della campagna romana.

Le tipologie delle pitture a tempera, che si estendono su volte e pareti nell'appartamento del secondo piano, costituiscono il nucleo più significativo e iconograficamente organico. Nella scelta dei soggetti mitologici e storici riprendono gli orientamenti neoclassici di fine secolo, aggiornati sui temi della cultura Impero attraverso i quali Luigi Braschi, eletto Maire di Roma nel 1812 dal governo francese, ostentava la sua adesione al regime napoleonico. Tra le sale più interessanti citiamo le sale di Proserpina, di Apollo, di Cefalo e Procri, la sala con le Storie Romane.