Presentazione dei sei monocromi restaurati di Polidoro da Caravaggio e Maturino Fiorentino

Grazie al recente recupero dei sei monocromi di Polidoro da Caravaggio e Maturino fiorentino, si avvia per questi dipinti una sorta di seconda storia che li sottrae all’oblio, a cominciare dalla loro prima presentazione al pubblico - al Museo di Roma in Palazzo Braschi, il 17 maggio 2013 - con una pubblicazione che consente di ripercorrerne le vicende storiche e conservative.
Questo straordinario evento è frutto della collaborazione tra la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali - Museo di Roma, l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, ISCR, che ha curato l’importante e lungo intervento conservativo, e la Fondazione Paola Droghetti.
Realizzati intorno al 1525, i monocromi di Polidoro da Caravaggio e Maturino fiorentino sono frammenti superstiti della decorazione che interessava parte della facciata del Casino del Bufalo, abbattuto nel giugno del 1885 per consentire il prolungamento dell’asse viario del Tritone previsto dal Piano Regolatore del 1883. Situato tra via della Chiavica del Bufalo, via del Nazareno e le propaggini settentrionali dell’area di Fontana di Trevi, la cinquecentesca struttura prendeva il nome dalla famiglia del Bufalo, proprietaria per almeno tre secoli del complesso edilizio che comprende il palazzo nobiliare tuttora esistente e sede del collegio. Al momento della demolizione, il Casino apparteneva a Beatrice Castellani dell’omonima famiglia di orafi, antiquari, collezionisti e mercanti d’arte.
A causa delle demolizioni postunitarie, gli affreschi sono rimasti per sempre avulsi dal contesto per il quale erano stati immaginati e realizzati, con funzione architettonica primaria di suddividere e movimentare lo spazio della facciata. Di contro, si sono salvati dal deperimento toccato in sorte alla quasi totalità delle decorazioni simili, rimaste nei luoghi per i quali erano nate.
L’iconografia del ciclo era basata sulle Metamorfosi di Ovidio, privilegiando il tema delle Storie di Perseo, e plausibilmente correlata nei soggetti affrescati alla raccolta archeologica esposta nel giardino del Bufalo. È il Vasari, nelle sue Vite, il primo ad attribuire Perseo libera Andromeda,Sacrificio e nozze di Andromeda, Perseo pietrifica Fineo con i suoi soldati, Le Muse, Pegaso e i Poeti, la Fortuna e una Cariatide a Polidoro e al suo collaboratore Maturino.
I dipinti rappresenterebbero le uniche parti superstiti della più ampia e articolata decorazione di Polidoro Caldara, detto Polidoro da Caravaggio, per il Casino-ninfeo. Infatti, risulterebbe dispersa la sequenza decorativa eseguita dall’artista su un altro prospetto che le fonti ricordano ornato con Danae nella torre riceve Giove come pioggia d’oro, Il Giardino delle Esperidi, Perseo che pietrifica Atlante. Ricerche recenti hanno consentito di verificare che dell’intera decorazione di Polidoro per il Casino furono asportati esclusivamente gli affreschi del Museo di Roma con l’intervento di strappo realizzato tra il 10 e il 17 giugno 1885 da Pietro Cecconi Principi su incarico della Commissione Archeologica. Ricoverati dapprima ai Musei Capitolini, furono successivamente musealizzati presso l’attuale sede.