“Vita in Comune”: un tesoro di immagini, un patrimonio storico e culturale. Testo di Ilaria Capitani
Una grande rassegna fotografica, una sorta di appassionante cavalcata, dal ‘900 ad oggi, per raccontare la storia della Capitale d’Italia. L’idea è nata dall’irresistibile fascino dell’archivio fotografico del Comune di Roma. Un autentico tesoro di immagini, di fatti e di emozioni, racchiuso nell’angusto spazio di una stanza ricavata in un corridoio al terzo piano del Palazzo Senatorio.
Quando ne parlai a Walter Veltroni mi disse subito di sì, incoraggiandomi ad organizzare la mostra “Vita in Comune”.
Oggi si può dunque ammirare questo patrimonio documentaristico che racchiude in sè inoltre 500.000 tra fotografie, diapositive, antiche lastre di vetro, negative di singoli fotogrammi, “spezzoni” della storia della nostra Città.
Ogni giorno, da settant’anni, l’archivio viene arricchito di nuove “istantanee” perchè i fotografi del Campidoglio seguono l’attività del Sindaco di Roma quotidianamente e molti degli avvenimenti più importanti che si svolgono nella Capitale. Ogni giorno, dunque, alla memoria collettiva dei romani e della loro Città si aggiunge un nuovo tassello: un fatto, una cerimonia, un’inaugurazione, una festa o un lutto, una manifestazione di protesta o di consenso, una visita di un Capo di Stato o di un Pontefice, e di tanti comuni cittadini passati alla cronaca loro malgrado. E ogni giorno i giornali e le Agenzie richiedono fotografie all’Ufficio Stampa del Comune, alimentando quel flusso continuo di informazioni di cui l’archivio è parte integrante.
La fotografia, infatti, è spesso più eloquente di un articolo, e l’informazione se ne avvale non meno delle parole.
La foto scattata nell’aula Giulio Cesare durante l’incontro interreligioso organizzato da Walter Veltroni nel 2006, ad esempio, ritrae i massimi rappresentanti delle religioni cattolica, ebraica e musulmana insieme allo stesso tavolo, mano nella mano. Quella fotografia è la notizia, un’immagine che vale più di mille commenti. Così come le foto di gruppo scattate in occasione della firma dei Trattati di Roma, della Costituzione Europea, delle celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia: guardandole si osserva davvero la Storia.
Quelle in esposizione a Palazzo Braschi sono soltanto una piccola parte delle immagini conservate in archivio. Impossibile, per realizzare la Mostra, non fare una selezione sacrificando momenti bellissimi e altrettanto ricchi di significato. L’idea di condividere con il pubblico questo tesoro nascosto e ben custodito, nasce proprio da qui: dalla considerazione che il materiale conservato rappresenti la memoria della Città, un patrimonio storico e culturale di Roma e dunque dell’intero Paese.
La Mostra “Vita in Comune”, il cui allestimento è stato realizzato ad opera della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, è suddivisa in tre sezioni: “Cerimonie Istituzionali”, “Urbanistica”, “Aspetti diversi della vita sociale”.
Attraverso gli scatti fotografici il visitatore può avere uno sguardo “a tutto campo” sulla Città, passando dalle atmosfere antiche a quelle moderne. Quello che è stato e quello che è stato fatto. Le vecchie periferie, i parchi e le ville, i grandi eventi - numerosi quelli di respiro internazionale - che si sono svolti nella Capitale. Le scene di vita collettiva, le cerimonie ufficiali a cui il Campidoglio ha fatto da cornice e una lunga serie di avvenimenti di cui sono stati protagonisti i diversi Sindaci di Roma, ospiti illustri e personaggi dello spettacolo che, in più occasioni, hanno vissuto nelle stanze del Palazzo Senatorio alcune giornate storiche.
Ci sono poi fotografie che testimoniano le trasformazioni urbanistiche. Via Cristoforo Colombo negli anni ’60 sembra un viottolo di campagna (lungo il quale i bambini correvano in bicicletta) laddove oggi si trova una delle arterie della grande viabilità romana; ma anche il Lungotevere Flaminio libero dalle automobili. Piazza del Popolo, invece, adibita a parcheggio oggi scomparso per dare vita ad una delle più belle isole pedonali del mondo. Ed insieme ai cambiamenti urbanistici ed architettonici ci si accorge dei mutamenti dei costumi e delle profonde trasformazioni sociali: dai mezzi pubblici agli abiti indossati dai cittadini in partenza per le vacanze estive o durante l’inedita nevicata romana.
Tra tanti mutamenti del tessuto urbanistico esce dai cassetti dell’archivio un’immagine che ha fatto il giro del mondo e che abbiamo ritrovato in molti film. È l’immagine del vigile urbano, il “pizzardone”, con il suo casco e la divisa bianchi, il braccio alzato a governare il traffico sulla pedana più famosa della Città, a Piazza Venezia. È tra le poche istantanee che sembra quasi intatta negli anni, quasi fosse una foto “istituzionale”, il simbolo stesso di Roma.
E suscitano emozione le espressioni dei volti di quegli uomini e donne accolti in Campidoglio protagonisti dell’umanità del nostro tempo: da Giovanni Paolo II a Yasser Arafat, da Madre Teresa di Calcutta a Charles de Gaulle, John Fitzgerald Kennedy, Indira Ghandi. Così come quelle dei tanti personaggi dello spettacolo: Jerry Lewis, Liza Minelli, Eduardo De Filippo, Aldo Fabrizi, Giulietta Masina e il “nostro” Alberto Sordi, Sindaco per un giorno accanto a Francesco Rutelli. Non manca un pizzico di mondanità con i Principi di Galles Carlo e Diana e il Principe Ranieri accanto a una splendida Grace di Monaco
Conservare tutto il materiale d’archivio non è semplice. Il lavoro di catalogazione è stato avviato ai primi del ’900 e il primo fotografo ufficiale del Campidoglio, Ottavio D’Agostini, cominciò a “scattare” negli anni ’40.
Oggi le trasformazioni tecnologiche permettono di utilizzare un sistema di catalogazione moderno, digitale. Le fotografie sono conservate su supporti magnetici che hanno sostituito il cartaceo e si è creato anche un archivio di filmati video.
La Mostra è il frutto di circa un anno di lavoro dei dipendenti dell’Ufficio Stampa del Comune. Essenziale è stato quello della Responsabile dell’Archivio Paola Bellecca. Con lei Baldassarre Mazza e i fotografi/telecineoperatori Fabio Callini, Claudio Valletti, Stefano Bertotozzi, Filippo Chesti. A tutti loro va un caloroso ringraziamento e “Vita in Comune” rappresenta anche una testimonianza della professionalità e dell’impegno di chi lavora nell’Amministrazione Comunale. Senza il loro prezioso contributo questa esposizione non avrebbe mai potuto essere trasformata in realtà.
Ringrazio anche la Sovraintendenza ai Beni Culturali. La creatività e la cortesia di Federica Pirani e Anita Margiotta sono state indispensabili. Così come il supporto di Zètema, nella persona di Albino Ruberti nonché quello dell’Ufficio Comunicazione del Comune di Roma nella persona di Angelo Baiocchi.
Ringrazio Barbara Scaramucci, direttore di Rai Teche, per le immagini storiche che ha gentilmente fornito e Corrado Augias, Elisabetta Rasy e Dacia Maraini. Ai tre autorevoli autori si devono gli scritti di introduzione alle tre sezioni della mostra.
Ma il ringraziamento più grande è per Walter Veltroni che da Sindaco ha consentito e promosso “Vita in Comune”, testimonianza collettiva di una vitalità millenaria.
Ilaria Capitani