Busto di Vittoria Caldoni, contadina di Albano

Autore: Pietro Tenerani (1789-1869)

Datazione: 1821

Collocazione: sulla parete di fondo della sala, a sinistra della finestra, sopra un tavolo di legno

Tecnica e materiali: marmo (busto sulla destra); gesso (busto sulla sinistra)

Dimensioni: busto marmo: altezza cm 47, base cm19x27; busto gesso: altezza cm. 48, larghezza cm 25, base 20x25

Inventario: MR 43071 (marmo); MR 43195 (gesso)

Provenienza: Alix de Saisy, vedova d'Honincthun, donazione 1941

Descrizione

Si tratta del ritratto di una fanciulla, a mezzo busto, nella versione in gesso (con i punti di “repere” per la trasposizione in marmo) e in quella definitiva in marmo.

Il volto è raffigurato frontalmente e presenta dei lineamenti delicati e minuti. La forma del viso è un ovale perfetto con gli zigomi ben disegnati. Il naso diritto è piccolo e anche la bocca, che presenta delle linee morbide.

I capelli, leggermente ondulati, sono divisi in due bande e raccolti in alto dietro la nuca a formare una crocchia, racchiusa in un fazzoletto, fermato da un nastro che le gira intono e si chiude con un fiocco sulla sommità del capo.

L’abbigliamento, che richiama la ritrattistica romana, è composto da una semplice mantellina drappeggiata, chiusa sul davanti da un bottone, al di sotto della quale si intravede il ricamo della scollatura di una veste leggera.

Notizie storico-artistiche

Il busto - tra i più celebri lavori dell’ampia produzione ritrattistica dello scultore toscano Pietro Tenerani - raffigura Vittoria Caldoni, figlia di vignaiuoli di Albano, la cui bellezza raffaellesca ne fece una delle modelle più apprezzate della prima metà dell'Ottocento. Le sue doti incantarono la signora Von Reden, moglie del rappresentante diplomatico di Hannover, alla quale fu presentata, durante un soggiorno estivo ad Albano nel 1820 da Georg August Christian Kestner, segretario della stessa ambasciata nonché collezionista, pittore e scrittore.

La giovane, allora tredicenne, invitata a Villa Malta, venne esposta all'occhio scrutatore di molti artisti, come Thorvaldsen, Catel, Tenerani, Schnorr von Carosfeld e Overbeck. Lo stesso Kestner la raffigurò ben quarantaquattro volte.

Lo scultore Pietro Tenerani ritrae Vittoria Caldoni, la cui bellezza rappresenta l'armonia di una classicità primordiale, sottolineandone anche una ingenua naturalezza, che rompe con il rigore dei canoni estetici neoclassici, segnali di un cambiamento che lo porterà ad aderire ufficialmente nel 1842 al movimento romantico del Purismo, a cui aderirono Friedrich Overbeck, Tommaso Minardi e lo scrittore Pietro Selvatico.

Questa fanciulla è descritta da Pie­tro Giordani - uno dei maggiori rappresentati del purismo letterario - in una lettera del 1 novembre 1826 inviata a madama Adelaide Calderara Butti ( pubblicata con il titolo: “ La prima psi­che di Pie­tro Tenerani a ma­dama Ade­laide Cal­de­rara Butti”, in ”Antologia, giornale di scienze, lettere e arti”, Firenze, 1836), in cui racconta di averla incontrata in casa della si­gnora Car­lotta de’ Me­dici Len­zoni: “una gio­vi­netta di quat­tor­dici anni in quin­dici anni, bel­lis­sima; che pro­prio è fatta per es­sere con­tem­plata. Né al­tro si può che mi­rarla, con am­mi­ra­zione, con af­fe­zione, con de­si­de­rio di ri­ve­derla: ma non po­tete spe­rare ch’ella v’ascolti; molto meno che vi ri­sponda, tutta oc­cu­pata da una ma­lin­co­nia che per ve­rità in quel gra­zioso e caro volto vien bella e cara”;

Anche Gogol, non riesce a sottrarsi al fascino di questa giovane ragazza, che sicuramente ha conosciuto durante il suo lungo soggiorno romano, tanto che la sua bellezza si ritrova in alcuni personaggi femminili, come Annunziata, protagonista dell’omonimo racconto del 1840.

L’immagine perfetta di questa giovinetta troverà per Tenerani una sua poetica incarnazione nella figura mitologica di Psiche.