Jacopo Rinaldi
Nell’ambito di QUOTIDIANA al Museo di Roma a Palazzo Braschi, dal 13 maggio 2023 al 4 giugno 2023 per la sezione PORTFOLIO.

La sua pratica artistica attinge ai materiali d'archivio per interrogare la memoria storica collettiva e rileggere così, in chiave critica, il nostro presente. L’opera iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato (2020), si confronta con la presunzione umana di poter catalogare le caratteristiche fisiche degli individui per definirne il comportamento e la pericolosità sociale, un approccio pseudo-scientifico diffuso nell’Ottocento che contribuirà all’assestarsi della disciplina criminologica e dei moderni studi sulla biometria tutt’oggi operanti, ad esempio, attraverso gli smartphone.
L’opera si compone di riproduzioni su pellicola specchiante di due delle cinque fotografie che l’anarchico Gaetano Bresci (1869-1901) teneva con sé al momento dell’attentato al re Umberto I, probabilmente raffiguranti persone appartenenti alla sua cerchia di affetti. Gli originali conservano le impronte digitali ben visibili di Bresci, utilizzate nel primo studio comparato di antropologia criminale. L’artista evidenzia il contrasto tra la natura intima delle immagini e la loro funzione storica. Completa l’installazione un’edizione del 1894 de Gli anarchici, di Cesare Lombroso, fondatore dell’antropologia criminale.
Jacopo Rinaldi (Italia, 1988). Vive a Roma. Lavora con la fotografa, il video, l’installazione, il disegno, la scrittura, la ricerca grafica ed editoriale. I suoi lavori sono caratterizzati da una pratica artistica rivolta alla ricerca che spesso coinvolge archivi pubblici, fondi privati e database. Pratica che tende a far emergere aspetti politici e ideologici dietro a ogni forma di classificazione.