Che cuccagna!

Difficile stabilire con esattezza l’etimologia del nome “cuccagna”.

Tuttavia, nessuno a Roma ha mai potuto confondersi sul significato del termine: la cuccagna è per antonomasia una goduria dei sensi, un piacere da gustare, qualcosa di cui rallegrarsi. L’albero della cuccagna rappresentava in effetti per il popolino un’occasione ghiotta per appropriarsi di cibi e di leccornie non altrimenti facili da rimediare.

Ogni ben di Dio pendeva da quelle fronde che, addobbate all’uopo, non aspettavano altro che di essere ‘spogliate’ da chiunque si fosse arrampicato lungo il fusto fino alla chioma dell’albero. Ma ci voleva coraggio e un pizzico di fortuna. L’albero, infatti, veniva preventivamente ricoperto di sostanze grasse e oleose per renderlo scivoloso. Inutile dire quindi che i tentativi, spesso fallimentari, dei coraggiosi atleti improvvisati servivano a scatenare l’ilarità del pubblico presente, trasformando l’evento in un vero e proprio intrattenimento popolare o gioco di piazza.

Il 1 maggio l’albero della cuccagna, seguendo un’antica tradizione, veniva innalzato in Campidoglio, come dimostra un quadro di Agostino Tassi (1630 ca.) conservato al Museo di Roma; ma non mancarono occasioni e luoghi diversi per ripetere il gioco, come attesta il toponimo nei pressi di piazza Navona, memore appunto di un altro albero della cuccagna innalzato proprio qui, forse in occasione del Carnevale.