Il Tevere incatenato

Roma, 10 maggio 2017

Chi dice Roma, dice anche Tevere.
Il “biondo fiume” che da sempre attraversa Roma, o meglio la cinge in un morbido abbraccio, come cantava Anna Magnani “…er Tevere te serve da cintura…

Ora una intera sala gli è dedicata, al terzo piano del nuovo allestimento del Museo di Roma.
Il Tevere compare anche al piano inferiore, come segno distintivo della città, tra le molte vedute che connotano il luogo e lo rendono inconfondibile: il porto di Ripa Grande e le barche ormeggiate; i ponti che congiungono le sponde; la mole imponente di Castel Sant’Angelo vista dalla sponda opposta.

Francesco Pia. Studio Visuale

Ma è al terzo piano, tra le testimonianze della Roma moderna, che il fiume rivela anche il proprio volto di presenza minacciosa a causa delle frequenti inondazioni che portavano morte e malattie, distruzioni e miseria. Fino alla costruzione dei muraglioni.
Incatenato negli alti parapetti che sostengono oggi il Lungotevere, il fiume non fa più paura, ma quell’abbraccio che per secoli aveva ispirato pittori e incisori, fotografi e viaggiatori del Grand Tour si interrompe per sempre.

Domani, alle 17:00, come sempre un Curatore del Museo parlerà al pubblico e questa volta il tema sarà proprio questo: La città e il suo fiume. All’interno della sala 19.