Ritratti

Il ritratto non è sempre stato il genere artistico che conosciamo oggi, volto a cogliere le sembianze e l’indole delle persone. A partire dalle più arcaiche raffigurazioni delle divinità, spettacolari e significative del potere esercitato sugli uomini e sugli eventi, il ritratto ha conservato a lungo nei secoli lo scopo di imprimere nella memoria collettiva l’esistenza e/o il ricordo del personaggio raffigurato, rappresentandone il potere e il ruolo, più che la persona. Le prime aperture verso una maggiore espressività e caratterizzazione risalgono al Cinque/Seicento, per poi trasformarsi ancora e arrivare alla ritrattistica dei nostri giorni.
 
Un percorso che si è rinnovato nei modi e nei contenuti e che l’avvento della fotografia ha modificato irrevocabilmente, affrancando la ritrattistica dalla funzione meramente documentale e restituendole la libertà espressiva.

I ritratti esposti nel Museo di Roma raffigurano personaggi della politica, della società e dell’arte di Roma, dal XVII al XX secolo. Accanto ai pontefici, agli ecclesiastici ed agli aristocratici, gli artisti non di rado ritraggono se stessi, i propri familiari e i protagonisti della vita culturale mostrandone tutta la ricchezza in una visione narrativa di ampio respiro, originale ed inconsueta.

Giuseppe Bottani (1717-1784) Ritratto di Caterina Valadier con i figli Giuseppe e Maria Clementina